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Piccole verità

“niuna cosa apparirà maggiormente vera che la falsità di tutti i beni mortali; […] la vanità di ogni cosa fuorché dei propri dolori.”

[Giacomo Leopardi, “Operette Morali“]

“E’ tutta una finta.” E’ tutto finto, una finzione. Fingere per fingere, fingere per la vita. L’entusiasmo è finto, i complimenti sono finti, le felicitazioni sono finte, finti i sorrisi, finte risate, finta sicurezza. Finto di qua, finto di là, eppure, si campa lo stesso. Cosa c’è di vero? Se c’è qualcosa di autentico. Cosa?
Non credo che sia proprio tutto così. Mi rifiuto intimamente di crederlo: non è questo il genere di passività che sono intenzionata ad accettare per me. E non lo farò.

“Cred’io ch’ei credette ch’io credesse
che tante voci uscisser, tra quei bronchi,
da gente che per noi si nascondesse.”

[Dante Alighieri, “Inferno” XIII]

 
Ho deciso un giorno, di vincere la mia ritrosia ad aprire il mio animo, la riservatezza e la rigidezza, della mia vita disciplinata. Ho iniziato col fare tutto questo nel mio blog e, gradualmente, ho potuto raggiungere il “traguardo” di mostrare anche a chi non vedo il mio viso, la mia fotografia, ed i miei sentimenti. Ho fatto ciò con l’intento (fin qui rispettato) di dire sempre il vero, non di tutto, ma che sia vero.
Tirando una prima somma, direi che è servito. A me, è servito a me. Pochino, ma è servito: ho avuto l’occasione e la fortuna di poter visitare posti interessanti (altri blog) e, di entrare in contatto – attraverso la moderna “insiemistica” della rete – con altre verità e persone umane, almeno quanto me e che, mi dispiace un po’ di non riuscire a seguire più spesso e bene, come tanto vorrei. E tutto, solamente attraverso ciò che essi hanno fatto (scritto, costruito, fotografato…). Piccole cose di grande importanza.

Ho trovato la seguente poesia, all’interno del numero di Giugno 2016 del periodico “Messaggero di Sant’Antonio”, tratta da un libro (citato in calce). Non so per chi sia stata scritta, a chi sia destinata o dedicata; parla di piccole cose, quelle che a me piacciono di più ed, a quanto mi risulta, non solo a me…, parla, ad un certo punto, di giornate inconsistenti e di solitudine, che a me invece piace (“beata solitudo, sola beatitudo”), purché la si desideri e non la si subisca, essa è una gran ricchezza.

a cura di fra Fabio Scarsato:

Piccole cose che a nessuno servono-
piccole cose per giocarci un poco-
piccoli paesaggi di perline,
piccole frasi in un ricamo fine,
piccoli serti di erba dorata,
e brigantini di quercia intagliata
penosamente imbottigliati in vetro:
queste son tutte cose per chi è solo.
Chi è solo ha file di giornate
lunghe e sparute e inconsistenti; allora
ama minuscoli bouquet di cera,
piccole mappe di lande rosate,
piccoli quadri di mari in tempesta,
piccoli piatti di spiagge incantate-
e piccole poesiole, come questa.

[Dorothy Parker, “Bric-à-brac”, in “Tanto vale vivere“, La Tartaruga edizioni, traduzione di Silvia Raffo]

Fatico un po’, a relazionarmi con la poesia contemporanea. Mi immergo volentieri nei versi di liriche dei secoli passati, rotolandomi fra le impressioni che esse suscitano, anche a prima vista, ad una lettura cioè, non proprio attenta, senza l’ausilio di spiegazioni e commenti, ma già bastante così, ad infondere in molti una toccante illusione, e così sarà per molto tempo ancora.
A volte però, gettando l’occhio a scritti più attuali, si ha l’occasione di scoprire cose valide, piccole bellezze, utili e dilettevoli, da venirne la voglia di condividerle, con chi le accetterà…

donnina arancione


Vita Seconda

“Ciascuno, e massimamente gli spiriti più delicati, sensibili e suscettibili, pervenuto a una certa età ha fatto esperienza in se stesso di più e più caratteri”.

[Giacomo Leopardi, “Zibaldone”]

Non è affatto cosa certa, durante l’arco di nostra vita, il potersi avvalere di una seconda chance, l’occasione di una seconda possibilità di scelta, su fatti e decisioni importanti per il nostro destino, non è ne’ scontata ne’ affatto frequente, come invece ci sarebbe necessaria. Le poche occasioni che la fortuna ci accorda per poter ritornare una volta ancora su quanto già passato, per rivedere le scelte già operate alla luce dell’esperienza diretta, queste preziose e rare occasioni, spesso noi le mandiamo sprecate e, per la seconda volta, ripetiamo l’errore già fatto. Forse qualcuno si ritroverebbe in questa amara constatazione.
Se mi soffermo a riflettere sul mio tempo già passato, ciò che desidero dal destino è una terza chance… E forse qualcuno si ritroverebbe in questa amara constatazione.
Quando mai poi la vita ci dà una terza chance? Sarebbe più facile che un alieno in persona ci telefonasse. Questo non ci scoraggi però. Voglio dire che le risorse di cui è dotata la natura umana sono infinite e sorprendenti e che anzi, sono proprio i nostri errori e la consapevolezza di non poter tornare sui passi sbagliati, a dare maggiore impulso alla creatività, all’inventiva, alla ricerca di soluzioni nuove ed uniche, le quali, una volta gioco-forza inaugurate, diverranno nel tempo comuni e diffuse. Il progresso del genere umano ha origini intime. Infatti, proprio quando questo sale così in alto da raggiungere le vette della genialità, allo stesso tempo scende nell’interiorità più profonda e sconosciuta dell’animo umano, perché è lì che attinge il genio.
In quanti casi capita che la nostra situazione personale sia ormai così compromessa, almeno ai nostri occhi, da non lasciarci più intravedere alcuno spazio di rimedio possibile! Ci sentiamo così, le volte in cui abbandoniamo la ricerca di soluzioni ai nostri problemi per la ricerca di rifugi: terreno pericoloso, preludio alla fuga. Questo atteggiamento mentale ci espone a più di un rischio ed alla meglio, sarà un vaccino tutt’altro che innocuo, che ci lascerà disillusi per il resto della vita.
Oppure può capitare che, nell’operare una scelta personale, più che la disperazione, possa la “pigrizia”; una specie di indolenza e di rilassamento, che ci trasforma in rinunciatari, nei confronti del nostro futuro. Non sempre ne abbiamo consapevolezza e forse, neppure ne siamo responsabili: misteri della salute e della malattia. Ma tant’è, che smettendo di guardare avanti per l’effettiva impossibilità o per l’incapacità nostra di vedere oltre, anzichè procedere verticalmente diritti e diligenti, optiamo per un andamento orizzontale e parallelo, avventurandoci nel doppio di noi stessi; un’altra vita, reale, meno ufficiale di quella fino ad ora vissuta e che continuiamo a vivere a fatica, perché non viene cancellata, ma compensata, da un alter ego, che rende giustizia di ciò che ci opprime. Un po’ come essere “Paperino” e “Paperinik”, l’uno che vive le sue sfortune in piena luce del sole, l’altro che le rende appagate vivendo la sua rivincita occultata nell’ombra.
Che si tratti di piccole innocenti bugie o di semplici segreti celati, che si tratti di veri e propri scheletri nell’armadio, questo fenomeno frequente e diffuso, è pur sempre una nostra risorsa, la quale essendo ben impostata, come frutto della stessa creatività umana, può servire di arricchimento personale e non solo, quasi un valore, da mettere a frutto, secondo un indirizzo che, quando non è patologico e non scade nel degrado e nella pusillanimità, rappresenta una sfida entusiasmante in positivo per ognuno.

figurino boa giallo“Ciascuno di noi è in un certo senso il proprio autore, in quanto sviluppa la parte che gli è assegnata.”

[Rafael Sabatini, “Scaramouche“]