“Tecnica peculiare dell’ironia non è altro che la figurazione mediante il contrario”
[S. Freud]
Tra le tante cose che, per non avere io fissa occupazione, mi manca il tempo di fare tutte, vado periodicamente spulciando fra le pagine di un quotidiano cartaceo, fra un po’ di quelle copie che il “Don” riceve a casa sua dietro abbonamento e che tiene da parte per me, a volte senza avere avuto neppure il tempo di sfogliarle, a causa dei suoi tanti impegni parrocchiali.
Con un po’ di ritardo sulla data di stampa, io me li porto via per mettermi alla ricerca di dritte in fatto di recensioni di libri, di studi specifici, ecc… che collimino con i miei vari interessi, per lo più di genere umanistico, e la mia sete di “cultura generale”; cerco, fra le righe di articoli inseriti in sezioni generalmente poco legate alla più stretta quotidianità, in quell’ultima parte, dove sono sempre in tempo a leggere, perché in certo qual senso essa non va “in scadenza”, né il giorno dopo, né più avanti nel tempo.
A volte ritaglio ciò che giudico valga la pena essere conservato, appuntandovi sopra la data di stampa (per la precisione), per poterli leggere con più calma ed attenzione in un secondo tempo e, per potermi disfare da subito di tutta quella gran parte di carta stampata che, a partire dal giorno dopo (o anche dal giorno stesso, purtroppo), non serve a niente.
Personalmente sono convinta che, non tutto ciò che si trova nella Rete possa essere certificabile o sia verificabile: intendo le fonti. Ma del resto, anche altrove è meglio andare cauti e cercare riscontri, per quanto sia nelle nostre possibilità e capacità.
A volte mi capita di scoprire delle curiosità da ricopiare, tra il serio e il faceto, di quelle che uno vorrebbe mostrare e far leggere ad altri, per condividerle, per condividerne insieme l’effetto che fa…
La seguente è proprio una di queste, di qualche anno fa. L’ho trascritta in più occasioni, ovviamente sulla fiducia e, certamente molti la conosceranno già; io non ne sapevo nulla e la trovo curiosamente inquietante, in senso positivo; spunto di riflessione e di originale doppio senso umoristico; anche se ad un certo punto, nel leggerla, seppur con attenzione e sforzo di concentrazione, io mi perdo, dietro il filo di un ragionamento, che per me si contorce sempre più, simile ad una spirale, elastica… come in un gioco.
Sono diventato mio nonno
di Mark Twain
Un uomo di Fialdelfia si è suicidato ed ha lasciato questa lettera:
“Mi sono sposato con una vedova. Questa vedova aveva una figlia. Mio padre si è innamorato della mia figliastra e l’ha sposata. In questo modo mio padre è diventato mio genero. La mia figliastra è diventata la mia matrigna, perché è la moglie di mio padre. Mia moglie ha avuto un figlio che è il cognato di mio padre, visto che è il fratello di sua moglie, che è in realtà mia figlia. Anche mio figlio è diventato mio zio, dato che è il fratello della mia matrigna. Inoltre la moglie di mio padre ha messo al mondo un bambino che è naturalmente mio fratello (figlio di mio padre) e nello stesso tempo mio nipote, in quanto figlio della mia figliastra. Ecco perché mia moglie è mia nonna (in quanto madre della mia matrigna). E dato che è mia moglie, io sono diventato simultaneamente suo marito e suo nipote. Poiché il marito della nonna è naturalmente il nonno, sono diventato perciò mio nonno. E in queste condizioni non posso più vivere.”