Orizzonti mancati

“… rare volte le rarità vengon credute.”

[“Epilogo de’ Dogmi Politici. Secondo i dettami rimastine dal Cardinal Mazzarino“]

E’ forse la peggior sorte e la più ingiusta, quella toccata a schiere di innumerevoli figure umane, note e non note, che si sono ritrovate loro malgrado, a vivere fuori del proprio tempo, idealmente lontani e troppo avanti, per doti d’intelletto e per sentimenti, per sensibilità o per genialità ed inventiva.
Persone speciali, troppo progredite nei meriti, per poterne venire apprezzate dai contemporanei; più spesso innalzate dai posteri, per duratura memoria, sia per il loro apporto di avanzata civiltà, come pure per quello che nella loro vita ciò ha comportato, nel senso di patimenti di ingiustizie, incomprensioni ed anche persecuzioni, ad opera dei loro stessi concittadini e purtroppo, spesso sotto il peso dell’arroganza senza tempo, di cui si nutre il genere umano.
Chissà, quanti di costoro, in passato, uomini e donne, di cui tanti ancora anonimi, avranno compreso in tutto la natura della propria condizione di “esilio temporale”, nella quale la sorte li aveva posti, disponendo che nascessero in tempi a loro stessi precoci. Molti di essi, avvertendo la lontananza che separava, la loro coscienza personale dalla coscienza collettiva, di cui erano circondati e, per lo più a loro ostile, si saranno sentiti inadeguati, inadatti alla vita stessa; una vita penosa e difficile, magari a causa di un carattere particolare, di un’indole inquieta, perché incompresa pressoché da tutti.
Forse in questa natura, risiede quello spirito “artistico”, in cui si esprimono tante grandi personalità, seppur esse geniali in campi scientifici, che solo in apparenza sono lontani dalle arti vere e proprie. Ovvero, la mente geniale, anche quando è rivolta a settori tanto specifici, come quelli collegati al calcolo matematico, di regola schematici e logici, pur tuttavia, produce i suoi risultati sorprendenti con quel tocco di “magia”, che altro non è se non arte vera, nel senso più totalizzante del termine.
Arte-rifugio, rifugio nell’arte, fuga nell’arte per la sopravvivenza, vita segreta e nascosta, svelata cripticamente con l’ausilio di un proprio codice artistico, che solo le anime simili, quando ciò è avvenuto, hanno saputo decifrare e spiegare ai più.
E’ sconsolante riconoscere, che solo dopo parecchi decenni, secoli addirittura in molti casi, si sia potuta capire la grandezza umana di un antenato comune alla nostra genia, e quanta ricchezza egli abbia donato con la sua vita a tutti noi, continuando ad esistere nel tempo dopo di lui; e questo grazie alle sue doti premature. In tutto ciò vi è tanta amarezza, constatando l’ottusità del genere umano, per il tempo perso, per le mancate occasioni e quel mancato riconoscimento in vita, dell’unicità di uomini e donne, che altrimenti avrebbero potuto e saputo produrre maggiori risultati, attraverso contatti e relazioni, di scambio e di crescita… insomma, un’eredità non esternata e perciò, perduta per sempre.

“Oh quanti perseguitati nel nostro secolo saranno venerati da’ posteri! Ma e le persecuzioni a’ vivi, e gli onori a’ morti sono documenti della maligna ambizione che rode l’umano gregge.”

[Ugo Foscolo, “Ultime lettere di Jacopo Ortis“]donnina con quadrati

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(morte di Cleopatra) "...insomma, sembrava che il corpo non stesse molto meglio dell'anima. Tuttavia il fascino e la bellezza audace, per cui andava famosa, non erano spenti del tutto." [Plutarco, "Vita di Antonio"] Vedi tutti gli articoli di fede63

3 responses to “Orizzonti mancati

  • mfantuz

    Non ho parole adatte per commentare un articolo così bello, e le poche che ho le riserbo alle mie poesie: non vorrei rimanere senza. Puoi togliermi una curiosità, tu che scrivi così bene, sei una scrittrice famosa, una saggista, una letterata per caso prestata a WordPress? Non si spiegherebbe altrimenti l’eloquio così facile e semplice, pur nella complessità degli argomenti trattati, e le citazioni sempre calzanti, frutto sicuro di una cultura profonda. Complimenti a te e a chi si gode le tue parole! Marco.

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    • fede63

      Quando si scrive o si parla di qualcosa a chiunque, lo si dovrebbe fare in modo da esser capiti da tutti, almeno nelle intenzioni. Naturalmente senza perciò dover rinnegare e la nostra natura intima e il nostro stile espressivo, tanto più se confidiamo cose personali. Oltre al fatto che nella rete, credo ci si debba rervire alquanto di una “scrittura parlata”.
      Purtroppo penso che da noi, certi cattedratici, trattando dei loro specifici temi con intento divulgativo, di fatto scrivano i loro libri più per sé stessi o, per dirla alla Montanelli “se li scrivono fra di loro”, pavonescamente, che per gli allievi che dovranno studiarli per imparare qualcosa che ancora non sanno. Costoro secondo me, producono molto meno frutto di quanto ne potrebbero e si lasciano sfuggire molte intelligenze…
      Ma a chi importa?

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